lunedì 23 maggio 2016

STORIE DI PARCHEGGI


Sono d’accordo con la trasformazione a pagamento di parte dei posti liberi nel parcheggio dell’ospedale. Da quando è avvenuta, finalmente chi va all’ospedale può trovare parcheggio, mentre prima se avevi una visita alle 11.00 di mattino dovevi recarti lì almeno alle 7.15, per poterci trovare parcheggio. Ora lo trovi; a pagamento, ma c’è.

Se invece non vuoi spendere, puoi provare a parcheggiare nella parte di parcheggio rimasta libera da tariffa. Essendoci meno posti, sono più contesi: e quindi o arrivi prima ancora, o provi ad aspettare che qualcuno si liberi. Cosa che fanno tutti: si fermano in una corsia, aspettano, e chi sopraggiunge capisce che chi è presente sta attendendo che qualcuno esca: passa oltre, e fa la stessa cosa, presidiando una identica zona qualche decina di metri più avanti.

Non mi era mai capitato però di essere “scippato” dal posto che con tanta costanza, pazientemente avevo atteso, da un qualcuno che, a piedi, mi intimava di non parcheggiare nel posto che si era appena liberato di fianco al mio appostamento, perché lui doveva farci parcheggiare un’altra auto.

Avrete capito che sto parlando di posteggiatori. Abusivi, ritengo, poiché mi pare strano che qualcuno possa avere una licenza per questa attività.

Uno quindi di questi personaggi, che dall’aspetto esteriore pareva essere un extracomunitario con la sua borsa di mercanzia varia, era andato a procacciarsi un cliente (una persona che come me cercava parcheggio, ma che era appena arrivato) in un’altra corsia, da un’altra parte, e ora gli faceva segno di venire a parcheggiare nel posto che si era liberato accanto a me, nella mia corsia, che avevo atteso per molto tempo, e che mi stavo accingendo ad occupare io.

Provate voi a parcheggiare in un posto vuoto, con uno che ci si mette davanti e ti dice che lì ci deve parcheggiare quello che lui è andato a prendere nell’altra corsia. La prima tentazione è quella di parcheggiare lo stesso o comunque aspettare finchè non si tolga di mezzo e l’altro guidatore se ne vada. Poi pensi in quali condizioni potresti trovare la tua auto quando torni a prenderla, e soprassiedi, te ne vai. Non senza prima avergli dichiarato che stai andando a chiamare i vigili urbani, per segnalare questo abuso.

E poi a cercare i vigili non ci vai, anche perché sai già che arrivato in zona municipio non riusciresti a trovare parcheggio. E quindi semplicemente ti sposti nella zona dei posti a pagamento, sempre nello stesso parcheggio, e nuovamente ti apposti aspettando che un posto blu si liberi. Cosa che avviene più velocemente che nella zona libera (strano, ma vero).

Ecco, finalmente un’auto sta uscendo, è il posto al cui fianco sto aspettando, metto la freccia, controllo lo specchio retrovisore… ed ecco che una signora, stavolta comunitaria, financo piemontese, ancora mi si para davanti dicendomi che in quel posteggio ci deve parcheggiare suo marito, che sta sopraggiungendo con la sua citroen azzurrina.

“-Signora, lei di parcheggio paga una tariffa doppia, che comprende il diritto di prelazione?” 

“- Eh, ma guardi che noi è mezzora che aspettiamo” (probabilmente è vero, ma non sicuramente davanti a questo posto, visto che ci sono io qui davanti)

Poi si libera un altro posto, una cinquecento che già ci stava stretta se ne va e stanco di discutere provo ad infilarmici, manovrando e poi trattenenendo il fiato per uscire dalla porta. Intanto la signora ha fatto parcheggiare il marito nel “mio” parcheggio, è già partita per i suoi alti destini ed ha lasciato un poveretto imbarazzatissimo davanti al parchimetro, a sorbirsi le rampogne del guidatore “a cui aveva sottratto l’osso”.

“- Ma sua moglie ce l’ha la licenza di parcheggiatore? No, perché se è solo questione di portarsi dietro una moglie per occupare un parcheggio, la prossima volta me ne porto dietro un paio anch’io!”

Il poveretto abbozza un sorriso di circostanza e se ne va, affrettando il passo. Chissà, forse inconsciamente sta temendo anche lui per l’integrità dei suoi specchietti, come poco prima io avevo temuto per i miei… O forse è il timore, la soggezione che gli incute la possente virago. 

Storie di parcheggi. Di convivenza in un mondo sempre più stretto, con sempre più gente a riempirlo. Della signora c’è poco da dire: la maleducazione è uguale, a tutte le latitudini, e per tutti i dialetti. Per l’extracomunitario, stesso discorso.

In quello stesso parcheggio ho preso un paio di anni fa la mia prima multa dell’ultimo trentennio: ho messo il tagliandino, abbastanza lungo ma non tanto da prevedere i ritardi ed i contrattempi dell’attività ambulatoriale. E all’uscita la multa per superamento dei tempi di pagamento. Superati da pochi minuti, una ventina di centesimi di costo ticket. Ma 23 (VENTITRE) euro per sanzionare la violazione di una norma precisa, puntuale, chiara. Si mastica amaro, ma un po’ di coerenza ci vuole: l’ausiliaria ha fatto il suo dovere.

Ora mi piacerebbe sapere: ma con gli incassi del parcheggio, e delle multe da 23 euro, non ci possiamo permettere un vigile urbano che controlli l’attività nei parcheggi, che faccia rispettare le norme precise, puntuali, chiare? Che dia con la sua sola presenza un senso di sicurezza per coloro che rispettano le regole e pretendono che il mondo sia improntato ad EQUITA’ e GIUSTIZIA? E che parimenti persuada chi non rispetta le regole ad andare a non rispettarle in un altro parcheggio, meglio se in un’altra città, meglio ancora in un’altra nazione?

Adesso so che il mio amico Massimo storcerà il naso, visto che già mi ha bonariamente ripreso per una mia filippica contro gli eccessi di buonismo e di garantismo. Ma penso che il mio mentore primo non se la prenderà troppo a male se dico che non è giusto aderire o sconfessare a scatola chiusa, in blocco, per partito preso, senza fare i distinguo quando sono necessari. Molti di quelli con i paraocchi trovano che sia razzista lo stigmatizzare comportamenti sbagliati, solo perché sono attribuiti ad una persona piuttosto che ad un’altra. Ma è sbagliato l’atto, indipendentemente dalla provenienza, dalla cultura, dalla razza di chi lo compie.

Per me quelli di oggi nel parcheggio dell’ospedale erano entrambe parcheggiatori abusivi, ed hanno entrambe commesso un sopruso che avrebbe dovuto essere sanzionato dall’autorità, quella stessa che aveva giustamente incamerato i miei 23 euro di multa.

Via i posteggiatori abusivi. Specie quando la loro arroganza deriva dalla consapevolezza dell’impunità. VIA I POSTEGGIATORI ABUSIVI. Equità e giustizia, e rispetto delle leggi della Repubblica. Per tutti. VIA I POSTEGGIATORI ABUSIVI. E per chi non si adegua, sanzioni. Ma effettive. E almeno da 23 euro in su.

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