venerdì 25 luglio 2014

STOP

Gli eventi hanno superato in velocità la nostra capacità di comprensione.


Non sono ancora passate 24 ore dal ricevimento di un'ordinanza di divieto di transito per i veicoli sopra le 3,5 tonnellate, che è stata emessa una ulteriore ordinanza a vietare totalmente il traffico veicolare, per motivi precauzionali e di sicurezza. Dalle ore 12.00 di oggi, venerdì 25 luglio, via Martini è interrotta in corrispondenza del canale Seiv e, da ordinanza, c'è il divieto di transito al TRAFFICO VEICOLARE.


Questo disagio per la popolazione residente implica il dover transitare necessariamente davanti al cimitero per poter accedere al centro della frazione o alla statale 231. Vogliamo sperare che quella specie di pista da autodromo che è diventato il tratto del cimitero, da quando è stata asfaltata la strada per Monticello, sia almeno controllato periodicamente per indurre i piloti da campagna che lo frequentano a non causare incidenti per scarsa reattività sul pedale del freno. Immagino che fino a che non verrà messo in sicurezza il ponte sul canale Seiv la strada resterà chiusa, ed è bene che i Nuvolari de' noantri sappiano che da lì passeranno tutti i mezzi che prima passavano sul ponte, comprese le lente (e robuste) macchine agricole.


Vogliamo poi sperare che si studi e si metta in atto al più presto la soluzione al problema del ponte, perchè un paese tagliato a metà per lungo tempo diventa un disagio difficile da sopportare. E' vero che qui siamo in un centro abitato (e quindi sicuramente ci sarà sensibilità verso le esigenze dei residenti) , ma l'esempio della strada Piana Biglini - Scaparoni chiusa al traffico dall'aprile del 2009 (e solo ultimamente oggetto di lavori) è lì a rappresentarci di come a volte la risoluzione dei problemi si possa procrastinare fino alla consunzione per inedia. Ma confidiamo che in questo caso non sarà la stessa storia.

giovedì 24 luglio 2014

DIVIETO DI TRANSITO

In Via Martini, nel tratto che va dalla chiesa all'incrocio con la strada per Monticello, relativo ai veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 ton.


E' questo il contenuto del comunicato stampa che ci è pervenuto dopo un sopralluogo di stamattina da parte dell'ufficio tecnico municipale, in seguito ad una segnalazione che è stata inoltrata al Comitato di Quartiere e che dopo avere controllato e verificato abbiamo girato all'amministrazione.

Il ponte sul canale irriguo Seiv aveva da tempo un guard-rail divelto e rovesciato verso l'esterno, probabilmente in seguito all'urto da parte di un veicolo, ed era diventato inefficace nel compiere la sua azione di contenimento.

Qualche giorno fa mi è anche giunta la segnalazione da parte di utenti del canale sulla situazione di precarietà degli appoggi del ponte; segnalazione che ho controllato di persona e di cui ho appurato la veridicità.

Le spalle su cui appoggia la soletta in cemento del ponte sono costruite in muratura di mattoni (mentre la soletta è in cemento armato); probabilmente l'azione dilavatrice del flusso d'acqua all'interno del canale ha fatto sì che venisse meno la coesione degli elementi in muratura, e che gli stessi elementi venissero scavati e spostati, facendo parzialmente mancare l'appoggio alla soletta su cui poggia il manto stradale. L'appoggio è ancora garantito per la maggior parte della soletta, ma occorrerà intervenire per ricreare la parte mancante e consolidare ponte e strada soprastante.


Per intanto si è deliberato di non lasciare più passare i camion (massa a pieno carico superiore a 3,5 ton) e di delimitare la parte di carreggiata dove il guard-rail è inefficace con delle barriere provvisorie, creando una strettoia al passaggio dei mezzi ed evitando che i veicoli si avvicinino pericolosamente al lato del ponte rimasto senza protezione del guard-rail.

Sempre nella zona del ponte, il fossato che serve per l'irrigazione dei campi e che confluisce dentro il canale Seiv, mano a mano che si avvicina al canale aumenta la sua profondità, arrivando ad avere il suo alveo quasi alla stessa quota dell'alveo del canale. Lungo la sponda di questo fosso si trovano i pali della pubblica illuminazione; l'abbassamento del fondo lascia parzialmente scoperto il plinto di fondazione di un palo dell'illuminazione, che potrebbe perdere stabilità continuando a venire meno la sua infissione nel terreno.  Anche questa è una cosa che abbiamo fatto presente all'Amministrazione.













Ci auguriamo che le opere necessarie a mettere in sicurezza le strutture, pur stanti le consuete difficoltà di bilancio, vengano attuate nel più breve tempo possibile.


venerdì 11 luglio 2014

'A RVEDZE, PRUFESUR




Un altro amico della nostra città se n'è andato ieri.

E' mancato all'età di 92 anni il professore Gaetano Di Modica, residente a Torino ma originario di Scaparoni d'Alba; origine di cui era molto fiero e che andava sempre ricordando a tutti quelli con cui amava conversare sui tempi che furono. A Scaparoni era un punto di riferimento importante: molti ci tenevano ad avere il suo giudizio, il suo parere sui tanti argomenti che riguardano la vita e l'attività di ognuno di noi.

Io l'ho conosciuto relativamente tardi, ma mi ha sempre fatto piacere conversare con lui sulla storia dei luoghi e delle persone nel contesto della guerra e del dopoguerra, sui suoi ricordi dapprima di studente e poi di docente universitario di chimica, sulle meccaniche che regolano il volo aeronautico di cui era appassionato ed esperto praticante. Conversatore amabile, aveva sempre un aneddoto a riguardo di ogni argomento su cui si stesse dibattendo; ma l'ho conosciuto soprattutto come un grande appassionato conoscitore di storia dei luoghi delle sue origini, Scaparoni, e del territorio circostante. Proverbiale era lo struggente ricordo del nonno materno, Bastianin Scaparone, che non mancava mai di citare nei racconti appassionati della sua infanzia e giovinezza.

Ho avuto modo di collaborare con lui pubblicando on line anni fa un suo saggio "Un pomeriggio foravia" sulle origini dell'insediamento attuale di Scaparoni e con cenni storici e geografici a riguardo. Ne ho apprezzato la prosa lineare ma mai didascalica, la ricchezza di documentazione che denotava un forte amore per la sua terra di origine. Ma sapeva catturare l'attenzione di tutti noi quando seduti al tavolo e davanti a un piatto e ad un bicchiere ascoltavamo estasiati i suoi racconti sulla campagna, sulla vita da studente e da militare, sulla guerra e sul dopo 8 settembre, sulle esperienze di docente e di chimico. Argomenti e ricordi che avevamo letto sui libri, ma che sentite dalla viva voce di un testimone del proprio tempo ci sembravano molto più epiche ed avvincenti.

Ci mancheranno la sua compagnia e la sua affabulazione, i suoi ricordi ed i suoi consigli.

Ciao Tani. Riposa in pace e... 'a rvedze, prufesur