martedì 29 novembre 2016

UN BUON CONSIGLIO


Si è tenuta questa sera, lunedì 28 novembre, la prima riunione del nuovo Consiglio di Quartiere di Piana Biglini, dopo le elezioni del 20 novembre. Si è proceduto alla convalida dei risultati delle elezioni, e si è poi passati all’elezione alle cariche previste nel Regolamento dei Comitati di Quartiere (delibera n° 19 del 25/03/2011 e s.m.i.).
Al termine delle votazioni, il Consiglio risulta così composto:

Presidente:        BIGLINO Silvio;

Vicepresidente: ROCCIA Flavio;

Consigliere:       SOUINYA Driss;

Consigliere:       PORRO Livio;

Consigliere:       STROPPIANA Giovanni;

Consigliere:       GIACOSA Francesco;

Consigliere:       GIACHINO Giuseppe.

Dopo l’assegnazione delle cariche si è passati alla programmazione delle future riunioni del Consiglio. Si è anche fissata la data per la prossima assemblea ordinaria del Comitato di Quartiere, prevista per MERCOLEDI’ 18 GENNAIO 2017 alle ore 21.00, nel salone parrocchiale.

Il Consiglio rivolge un ringraziamento a tutti gli elettori che il 20 novembre si sono recati al seggio di quartiere, per votare i propri rappresentanti. Pur se in calo rispetto alle prime elezioni del 2011, le percentuali sono di tutto rispetto: 124 votanti su poco meno di 400 aventi diritto al voto, un bel 32% che spicca sulla media cittadina del 10%. Grazie quindi a chi ha dimostrato con il proprio voto di interessarsi alla vita e alle attività del proprio quartiere.
Cercheremo in tutti i modi di essere degni della fiducia che ci hanno accordato.

sabato 26 novembre 2016

AVVISO

Ricordiamo ai componenti del nuovo Consiglio di Quartiere la prima convocazione in programma per LUNEDI' 28 NOVEMBRE ALLE ORE 21.00 presso il salone parrocchiale, in via Martini Enrico "Mauri" 83.

domenica 20 novembre 2016

UN BUON CONSIGLIO

Un grosso GRAZIE a tutti gli elettori che hanno partecipato in modo consistente alle elezioni per il rinnovo dei consigli di quartiere. Avete dimostrato che il nostro quartiere vuole fare sentire la sua voce ed essere presente. Non ve ne pentirete.


GRAZIE MILLE!

Un grosso GRAZIE a presidente e scrutatori del seggio di Piana Biglini, per il tempo e l'impegno dedicato alla consultazione elettorale. Il vostro lavoro è stato prezioso.


venerdì 18 novembre 2016

CANDIDATI

Come ho già annunciato in più occasioni, e come certamente avrete appreso anche da altre fonti, domenica 20 novembre 2016 si terranno le elezioni per il consiglio di quartiere, nel nostro come in tutti gli altri quartieri della città. Per il nostro quartiere il seggio sarà nei locali del salone parrocchiale, in Via Martini Enrico "Mauri" 83, e sarà aperto dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 19.00.

Pubblichiamo sopra la lista dei candidati che saranno indicati sulla scheda elettorale.

Per poter votare bisogna essere residenti nel quartiere (Corso Unità d'Italia, Via Franco Garelli, Via Martini Enrico "Mauri", Strada Prati) ed essere maggiorenni. Si potrà dare una sola preferenza, con un segno davanti o sopra il nome del candidato prescelto.

In mancanza di un elenco degli aventi diritto al voto, sarà richiesto a chi non è conosciuto personalmente da presidente o scrutatori del seggio di esibire un qualsiasi documento (patente, tessera elettorale, certificato o altro) da cui risulti la residenza nel quartiere. In mancanza, non sarà possibile ammettere l'elettore al voto.

Ringraziamo tutti coloro che si sono candidati, per la dimostrazione di buona volontà e di affetto verso il proprio quartiere. Invitiamo tutti i residenti a votare in modo massiccio per dare un segnale di attaccamento e di attenzione verso il quartiere e di fiducia verso coloro che lo rappresenteranno.

Più sarete a votare, maggiore sarà il peso che il futuro Consiglio potrà vantare nei rapporti con i suoi interlocutori. Grazie a tutti. A domenica.

martedì 8 novembre 2016

ULTIMO AVVISO


Ricordiamo agli amici di parrocchia e quartiere l'appuntamento di questa sera alle 20.40 nel salone parrocchiale di Piana Biglini, per la serata promozionale e seguente piccolo rinfresco. 

Nessun obbligo di acquisto, un omaggio per tutti, estrazione a sorte per l'assegnazione di tre premi, cibo e bevande al termine e la gratitudine di parrocchia e quartiere. Unica spesa, un'ora e mezza di tempo da sottrarre alla meditazione da divano.

Vi aspettiamo.

sabato 5 novembre 2016

... mi ricordo ... sì , mi ricordo ...

... la pioggia che scende da tre giorni, il sabato pomeriggio in macchina all'uscita della fabbrica, l'acqua che sale nel parcheggio e copre l'asfalto, le striscie, le aiuole. L'atmosfera grigia, plumbea, uno strano disagio, una sensazione, come un presagio sinistro. Il ritorno a casa, e alla fine della tangenziale un lago, che parte dal fiume e copre i campi, insidia la strada, si unisce ad un altro lago rinchiuso tra la strada e la ferrovia, sfiora di poco sopra la strada. Tutto è una distesa di acqua sporca, colore di terra e di sabbia, sull'asfalto solo un velo, ma da una parte e dall'altra puoi anche annegare. Dov'è finita la strada? L'acqua contende spazio all'asfalto, ma la leggera pendenza ti lascia vedere lontano il nastro grigio che prosegue diritto, sgombro davanti alla fabbrica del calcestruzzo. Avanti adagio, fendendo il velo d'acqua, fino all'asciutto, fino ad una sensazione di pericolo scampato, il confortante rifugio tra le mura di casa. E anche da qui, mentre osservi dal balcone questa pioggia che non smette, non vedi più campi, fossati, strade, ma un indistinto velo marrone che tutto copre e si muove,  ondeggiando. Si sentono rumori lontani, come di schianti e di tonfi, ma quasi indistinti, attutiti dallo scroscio della pioggia. Mi ricordo verso le dieci, la luce che si spegne e tutto che piomba nella notte più scura, case e strade buie, silenzio e rumori lontani, ovattati. Ricordo la pioggia che poco a poco si spegne e nell'oscurità totale, alla luce delle torce, una piccola ronda tra vicini di casa per esplorare nella notte quelle strade ora sgombre dall'acqua, un giro attorno al quartiere più per curiosare che per porre rimedi, ignari della tragedie che erano in corso più a valle di noi, dove il fiume stava spazzando tutto quello che trovava. Il mattino, quello stesso cielo scuro, quella stessa atmosfera grigia e plumbea del pomeriggio precedente, soltanto senza più quella pioggia incessante. Prima lo stupore, poi lo sgomento, infine la pena nel vedere, mano a mano che si avanza verso la città, il segno del passaggio del fiume. Dappertutto gente armata di pale che va verso le abitazioni più vicine al fiume, dove se ne vedono altri che già stanno spalando fango fuori da case e capannoni. La tangenziale con le sue barriere travolte, divelte; auto di vigili e carabinieri a bloccare l'accesso; gente, curiosi e soccorsi, su quello che prima era asfalto ed ora è un prolungamento del greto del fiume. E, dall'altra parte, quello che non sembra vero: automobili tra la melma, nei pioppi, appoggiate contro il fusto degli alberi, rovesciate da una forza che pare impossibile concepire. E dappertutto, continuamente, un rumore incessante, fastidioso, snervante di sirene di ambulanze, forze dell'ordine, allarmi. Su tutto elicotteri che partono e arrivano, in uno scenario da campo di battaglia, da apocalisse moderna.

Ho poche foto di quel disastro: ma è tutto nella memoria, e ogni tanto riaffiora, come in questi giorni di rievocazioni. Pareva una rude intromissione nelle tragedie degli altri quel volere scattare delle foto, fissare attimi di tragedia e disperazione; e forse lo era. Adesso sembra strano, ma in quei momenti percepivo una muta ostilità da parte di chi mi vedeva prendere foto, come se il rispetto mio verso la tragedia fosse minore del rispetto degli altri curiosi, di chi assisteva a quella scena soltanto guardandola, senza fissarla su una pellicola.

Ho spesso pensato a quelle vite troncate all'improvviso. Non ne conoscevo nessuno, ma ho provato ad immaginare quale potesse essere stato il loro pensiero, la loro reazione a un simile evento improvviso. A cosa avrei pensato, a come avrei reagito io se mi fossi trovato al posto loro. Sono pensieri che ti vengono in mente di fronte ad un fatto impensabile, enorme, che dopo un pò credi di avere scordato, ma che rimane nel tuo subconscio e si riaffaccia in visioni oniriche, anche a distanza di anni. Più o meno come quando sogni di dover scappare davanti a un pericolo che si avvicina, e nel sogno vorresti correre ma le tue gambe non si muovono. Quando l'eco di un fatto è così potente da colpire il tuo immaginario, allora rivive negli incubi, per molto tempo dopo l'evento. Così dopo aver visto gli arerei schiantarsi contro le torri, il subconscio disegna qualcosa che ci sovrasta, ci incombe, ci segue su ogni rifugio a cui vorremmo arrivare, nel vano tentativo di cercare scampo.

Mi ricordo, sì, mi ricordo, anche se il tempo che passa rende il ricordo un pò più sfocato. Due cose però sono nitide, ancora oggi indelebili nella memoria. Il senso di smarrimento davanti a quel lago, a quell'acqua che copre tutto e si congiunge con il cielo livido, impastando tutto in un triste grigiore.
E quel rumore di fondo fatto di sirene, di allarmi, di elicotteri, che diventa continuo, incombente, ossessionante.











venerdì 4 novembre 2016

IL SUPPLIZIO



Come ho già indicato in una serie di messaggi mandati a molti amici di questo profilo, abbiamo organizzato insieme alla parrocchia una serata promozionale di presentazione di prodotti, per autofinanziarci con il contributo che potremo ricevere.

E' un compito ingrato, quello di chiedere a degli amici di rinunciare ad un'ora e mezzo di fiction o di partita, per venire ad appisolarsi su una sedia, cullati dalla voce suadente di un promotore. E' un compito ingrato, ma qualcuno lo deve pur fare, se vogliamo rastrellare delle risorse per le nostre comuni attività.

Personalmente, tutte le volte che qualcuno organizza di queste occasioni e mi chiede di partecipare, lo faccio volentieri, anche pensando alla possibile reciprocità. E se non riesco a partecipare per impegni inderogabili, assolutamente faccio in modo di non dire di no per due volte di seguito, conoscendo e provando di persona il disagio, l’imbarazzo che si prova chiedendo ad un amico una cosa per la quale sai già che lui nutre una certa insofferenza.

C’è chi manifesta la sua sincerità dicendoti chiaramente che non ha alcuna intenzione di partecipare perché tanto non comprerebbe niente, e quindi è solo una perdita di tempo (anche se per la verità tu glie lo avevi chiesto come un favore personale). C’è chi arrossendo ti dice che verrebbe volentieri ma quella sera ha già un impegno, inderogabile (e qui c’è il beneficio del dubbio). C’è poi una piccolissima parte che accetta perché ha le tue stesse idee sulle possibili reciprocità, o che forse non vuole darti una delusione, o che magari è veramente interessato all’argomento della presentazione (pochissimi). Infine, ci sono le mosche bianche che hanno la mia stessa ritrosia a stare incollati al televisore per applaudire ventidue miliardari in brache corte che corrono dietro ad un pallone; e per i quali ogni occasione è buona per uscire di casa, specie quando c’è un dulcis in fundo.

Perciò cari amici vi capisco perfettamente se non verrete alla nostra serata. Non per niente ho sempre messo le mani avanti, dicendo non tanto “Conosci qualcuno che abbia voglia…” ma piuttosto “Conosci qualcuno a cui non dispiaccia troppo…”. Nessuno ve ne vorrà. Per gli altri, le mosche bianche che ci hanno assicurato la loro presenza, un grazie e un invito a non scappare via subito; dopo il supplizio… si mangia e si beve!