Cresce il malcontento all’interno del quartiere.
La sensazione di incuria, di abbandono che si percepisce è data sia dall’uso distorto delle cose, sia dagli atteggiamenti censurabili di alcuni. Talvolta il piccolo parco giochi per i bimbi viene utilizzato in modo improprio, come recinto per dare sfogo alla libertà dei propri animali domestici. Chi si trovi a passare nel dopo cena, dalle ore 20.30 alle 21.30, a volte può trovare la struttura con i cancelli chiusi e trasformato in recinto per lasciare in libertà i cani. Questo utilizzo non consono della struttura pubblica è stato segnalato da diversi residenti, che chiedono venga rispettata la destinazione dell’area.
A nulla serve il cartello con il divieto di ingresso ai cani. Inserito su robusto palo, è stato divelto e appoggiato alla recinzione. A poco servono appelli al civismo, al rispetto degli altri, al rispetto della legge; gli incivili imperversano, incuranti del fatto che prima o poi potrebbero anche portarci i loro, di bambini.
Si creano frizioni, specie quando gli animali non vengono tenuti al guinzaglio durante la passeggiata serale; comportamento scarsamente responsabile, che crea pericolo alle persone e agli altri animali tenuti invece al guinzaglio dai loro padroni.
Anch’io amo gli animali, specialmente i cani; anch’io ingenuamente considero che a volte sono migliori di certi esemplari del genere umano. Anch’io non ho figli da portare nel parco; ma ho capito da tempo che il rispetto delle regole è la condizione essenziale per non scadere nella barbarie, nel conflitto permanente, nella legge del più forte.
Il parco divertimenti è per i bambini; non è igienico che ci si portino i cani.
La comodità di una singola persona o di un gruppo nell’usarlo come recinto per gli animali cozza contro le norme igieniche e di buona educazione; se anche ci si dotasse di sacchetto e paletta, sarebbe comunque un uso distorto, contrario alla ragione per cui il parco era stato creato.
Nessuno vuole assumere atteggiamenti di qualunquistico rifiuto dell’estraneo, nessuno vuole essere “padrone a casa nostra”; anzi, ben lungi da ciò, siamo contenti di accogliere chi si vuole inserire nel tessuto della comunità. Però è necessario che il diritto abbia una sua certezza, anche nelle piccole cose. La pacifica convivenza, se richiede accettazione dell’estraneo, richiede anche, da parte dell’estraneo, accettazione e rispetto delle regole, perlomeno di quelle normate dalla Amministrazione. Non si chiede di essere educati, ma almeno di non trasgredire i regolamenti. In caso contrario diventerà necessario invocare l’applicazione delle sanzioni, nell’interesse di tutti quelli che invece rispettano le regole.
Senza discriminazioni, ma anche per non subire discriminazioni.
Tutti hanno diritto ad usare il parco divertimenti, sia la popolazione autoctona che i nuovi arrivati. Nessun cane può avere accesso al parco divertimenti; nè quelli dei primi, nè quelli degli altri.
Rispettiamoci a vicenda. Vivremo tutti meglio.
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