Martedì. Ultimo giorno della merla. Giorno di neve, ma mica
tanta. Un centimetro appena, una cosa che agli antineve gli scappa da ridere. A
me invece mica tanto; per fortuna adesso è sbollita, ma ce n’è voluto….
Per non parlare sempre di noi, del nostro piccolo ombelico
del mondo, prendiamola più larga: oggi non parliamo di Piana Biglini, parliamo
del territorio. Delle strade, della loro percorribilità.
Mentre ero anch’io fermo in macchina, uno dei tanti nella
fila, ci pensavo: noi a discutere di come frenare le brame sportive dei
piccoli piloti di campagna, chiedendo rallentamenti, controlli di velocità,
sicurezza insomma, sulle nostre strade di periferia, anche a costo di viaggiare
piano. E constatare quanto suona stonato questo pensiero quando sei immerso
in una carovana che parte e si ferma con esasperante lentezza. Un serpentone di
auto che è immobile, forse adesso si muove, vedo tre macchine avanti uno che
sta ripartendo… no, vedi, si gira e torna indietro, beato lui che può passare
da un’altra parte. Ecco, ora stiamo entrando nel comune di Alba, da Baraccone a
qui in fondo non c’è voluto tanto, solo quindici minuti, è pur sempre inverno e
sta nevicando. Mentre attendo, riprende il filo dei pensieri: riguardo alla strada per Monticello, bisognerà trovare la
quadra, capire che tipo di strada è e di conseguenza a chi rivolgersi per
ottenere sicurezza, controlli, segnaletica, cartellonistica….
Ma cosa succede, ci sarà un incidente? Sembra impossibile
che in mezzora non sia ancora riuscito ad arrivare al Rondò, va bene che
qualcuno avrà fatto come me evitando di passare sull’autostrada, ma adesso mi
pare che stiamo esagerando.
Finalmente la rotonda e il passaggio a livello. Guarda che
coda c’è per corso Canale, per fortuna io vado in corso Bra e adesso potrò
andare avanti. Sono le 19.05, ormai è un’ora che sono partito dal Baraccone, ma
adesso si va avanti senza interruzioni. Forse. Vedo una coda anche qui, ma
sicuramente è per il passaggio a livello della Sarda, appena aprono le sbarre
potremo andare avanti spediti. Forse. Nell’attesa del treno mi viene in
mente che sì, la richiesta del parcheggio alla scuola infermieri è stata una
cosa giusta, non si può continuare a parcheggiare in modo disordinato,
rischiando le multe, intasando le strade. Se c’è traffico, se ci sono attività,
ci devono anche essere i parcheggi. Sì abbiamo fatto bene, ma… ma
cosa stiamo aspettando? Sono le 19.35, qui deve essere successo qualcosa di
grosso, trenta minuti per andare dal Rondò alla Sarda non ci vogliono neanche
se si va a piedi. Eppure la strada per tornare a casa è obbligata, non posso
certo tornare indietro a prendere l’autostrada, magari la trovo chiusa. A forza
di pause e ripartenze, siamo arrivati al passaggio a livello. Ecco guarda, vedi
che c’è: vanno tutti in corso Canale. Ed io che pensavo di essere fortunato a passare
in corso Bra per andare a casa e non dovermi sorbire la fila di corso Canale.
Un’ultimo sforzo, l’ultima sofferenza, ecco la rotonda, via da questo inferno.
Da qui a casa, strada ghiacciata, un centimetro di neve, nessuno davanti. Il
paradiso.
C’è sempre un motivo, una causa che determina un effetto. I
contrattempi più insopportabili hanno sempre una giustificazione; ma a chi li
subisce è dura da far comprendere. Io non so se i motivi per cui si debbano
percorrere tre chilometri in un’ora e mezza rientrino nelle giuste cause o
no; so solo che quand’ero bloccato in auto una sola parola continuava a girarmi
per la testa: vergogna.
Ah, ecco cos'era
Ah, ecco cos'era
Ciao!
RispondiEliminaGrazie per essere passato sul blog del Quartiere Centro Storico!
Certo, "saccheggia" pure ampiamente tutto ciò che trovi!
Anzi, direi che metto anche il link al vostro sito nei Collegamenti utili.
Restiamo in contatto!
Grazie.
RispondiEliminaA ri - sentirci alla prossima occasione.
Ciao
biesse