mercoledì 1 febbraio 2012

AVANTI PIANO

Martedì. Ultimo giorno della merla. Giorno di neve, ma mica tanta. Un centimetro appena, una cosa che agli antineve gli scappa da ridere. A me invece mica tanto; per fortuna adesso è sbollita, ma ce n’è voluto….
Per non parlare sempre di noi, del nostro piccolo ombelico del mondo, prendiamola più larga: oggi non parliamo di Piana Biglini, parliamo del territorio. Delle strade, della loro percorribilità.
Mentre ero anch’io fermo in macchina, uno dei tanti nella fila, ci pensavo: noi a discutere di come frenare le brame sportive dei piccoli piloti di campagna, chiedendo rallentamenti, controlli di velocità, sicurezza insomma,  sulle nostre  strade di periferia, anche a costo di viaggiare piano. E constatare quanto suona stonato questo pensiero quando sei immerso in una carovana che parte e si ferma con esasperante lentezza. Un serpentone di auto che è immobile, forse adesso si muove, vedo tre macchine avanti uno che sta ripartendo… no, vedi, si gira e torna indietro, beato lui che può passare da un’altra parte. Ecco, ora stiamo entrando nel comune di Alba, da Baraccone a qui in fondo non c’è voluto tanto, solo quindici minuti, è pur sempre inverno e sta nevicando. Mentre attendo, riprende il filo dei pensieri: riguardo alla strada per Monticello, bisognerà trovare la quadra, capire che tipo di strada è e di conseguenza a chi rivolgersi per ottenere sicurezza, controlli, segnaletica, cartellonistica….
Ma cosa succede, ci sarà un incidente? Sembra impossibile che in mezzora non sia ancora riuscito ad arrivare al Rondò, va bene che qualcuno avrà fatto come me evitando di passare sull’autostrada, ma adesso mi pare che stiamo esagerando.
Finalmente la rotonda e il passaggio a livello. Guarda che coda c’è per corso Canale, per fortuna io vado in corso Bra e adesso potrò andare avanti. Sono le 19.05, ormai è un’ora che sono partito dal Baraccone, ma adesso si va avanti senza interruzioni. Forse. Vedo una coda anche qui, ma sicuramente è per il passaggio a livello della Sarda, appena aprono le sbarre potremo andare avanti spediti. Forse. Nell’attesa del treno mi viene in mente che sì, la richiesta del parcheggio alla scuola infermieri è stata una cosa giusta, non si può continuare a parcheggiare in modo disordinato, rischiando le multe, intasando le strade. Se c’è traffico, se ci sono attività, ci devono anche essere i parcheggi. Sì abbiamo fatto bene, ma ma cosa stiamo aspettando? Sono le 19.35, qui deve essere successo qualcosa di grosso, trenta minuti per andare dal Rondò alla Sarda non ci vogliono neanche se si va a piedi. Eppure la strada per tornare a casa è obbligata, non posso certo tornare indietro a prendere l’autostrada, magari la trovo chiusa. A forza di pause e ripartenze, siamo arrivati al passaggio a livello. Ecco guarda, vedi che c’è: vanno tutti in corso Canale. Ed io che pensavo di essere fortunato a passare in corso Bra per andare a casa e non dovermi sorbire la fila di corso Canale. Un’ultimo sforzo, l’ultima sofferenza, ecco la rotonda, via da questo inferno. Da qui a casa, strada ghiacciata, un centimetro di neve, nessuno davanti. Il paradiso.

C’è sempre un motivo, una causa che determina un effetto. I contrattempi più insopportabili hanno sempre una giustificazione; ma a chi li subisce è dura da far comprendere. Io non so se i motivi per cui si debbano percorrere tre chilometri in un’ora e mezza rientrino nelle giuste cause o no; so solo che quand’ero bloccato in auto una sola parola continuava a girarmi per la testa: vergogna.


Ah, ecco cos'era








2 commenti:

  1. Ciao!
    Grazie per essere passato sul blog del Quartiere Centro Storico!
    Certo, "saccheggia" pure ampiamente tutto ciò che trovi!
    Anzi, direi che metto anche il link al vostro sito nei Collegamenti utili.
    Restiamo in contatto!

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  2. Grazie.
    A ri - sentirci alla prossima occasione.
    Ciao
    biesse

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