giovedì 12 gennaio 2012

IL TACÚN

Quando nel settembre 2009 l’amministrazione da poco eletta venne a Piana Biglini per avere un primo contatto con la popolazione, fu subissata di richieste, come era logico aspettarsi che fosse. Di fronte a una marea montante, il sindaco cercò di arginare dicendo: sicuramente non riusciremo a fare tutto e subito, scegliamo un argomento fattibile e impegniamoci di sicuro su quello.
Propose di concentrare gli sforzi sull’allargamento del tratto di strada che dalla chiesetta porta alla rotonda della statale, e che fa parte di quella che oggi si chiama via Franco Garelli; una trentina di metri in cui due autovetture si chiudono a vicenda gli specchietti. Accostare era pericoloso; da una parte si poteva finire nel fosso, dall’altra si poteva scartare di lato e cadere dallo scalino formato tra asfalto e ciglio della strada, rovinandosi le ruote contro quello zoccolo abrasivo. Ora, nessuno si illudeva che di lì ad una settimana la strada sarebbe stata allargata; i lavori di asfaltatura in genere vengono eseguiti nei mesi caldi, e noi si stava andando nel periodo opposto. Sarebbe stato plausibile aspettarsi che il lavoro fosse eseguito nell’estate seguente, ma questo non avvenne; e se sia stato a causa della congiuntura sfavorevole, della crisi dei mutui subprime, per sopravvenute più importanti necessità, o per altri accidenti, io non saprei dire; ma non avvenne.

Un altro inverno è passato e ha portato un nuovo disagio: la strada consorziale che collega Monticello d’Alba con Piana Biglini ha cambiato volto, passando da uno sterrato ad uso trattori agricoli ad un nastro d’asfalto lucido e brillante. Questo nuovo volto, privo di buche e a scorrimento molto più veloce, invoglia chi patisce i rallentamenti del traffico sulla 231 a passarci sopra e transitarci più velocemente che sulla statale, passando davanti al cimitero di Piana Biglini e percorrendo infine quei famosi trenta metri che stanno ancora aspettando il loro restauro.
In pratica, è aumentato di molto il volume di traffico rendendo necessario adesso non più solo l’allargamento di quegli ultimi trenta metri, ma anche del tratto che va dal passaggio a livello fino al bivio per Scaparoni. Chiunque percorra questo tratto sa che ha ottime probabilità di dover accostare per non farsi travolgere dal pilota di turno che ha fretta di immettersi sulla rotonda di Piana Biglini; ma accostare e fare passare non è semplice, la strada è stretta a volte tra due fossi ed il gentlemen’s agreement di fermarsi quando si vede in lontananza arrivare qualcuno dall’altra parte non fa (quasi) più parte della mentalità corrente.

Finalmente dopo due anni si è cominciato ad armeggiare intorno a quegli ultimi trenta metri prima della rotonda. Lo scalino è stato riempito fino a pareggiare il livello dell’asfalto; ma non è stato allargato l’asfalto, è stato messo solo un tacùn. Ci sono materiali in attesa di essere interrati; questo fa ben sperare che ci siano ancora interventi da eseguire e l’allargamento non sia finito così.

Qualcuno potrebbe obiettare che trenta metri di asfalto, necessari e promessi, potevano essere fatti anche più celermente; ma se si pensa che la rotonda da farsi in corrispondenza del passaggio a livello di Scaparoni esiste in progetto almeno dal 2000 e non è stata ancora posata la prima pietra, non possiamo certo lamentarci;




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