Serata sulla sicurezza.
Abbiamo (plurale majestatis) sbagliato, su questo non c’è dubbio. Volevamo avere un vademecum pronto per l’uso sulla difesa dai malintenzionati, dai truffatori, dai lestofanti. La grande partecipazione di pubblico a mio parere era proprio dovuta a questo: sapere cosa fare, come reagire, come comportarsi. Già ne avevamo avuto prova tre anni fa, con un analogo incontro a Scaparoni, da tutti ritenuto interessante, utile ed istruttivo.
Sì, è vero, una parte degli argomenti all’ordine del giorno sono stati affrontati. La parte della sicurezza stradale; finalmente abbiamo avuto una parola di certezza sull’utilizzo delle postazioni autovelox, su cui nell’incertezza si erano andate diffondendo leggende metropolitane. Poi altri argomenti, in ordine sparso, non seguendo la traccia di un intervento strutturato, da sviscerare completamente, ma saltando di palo in frasca. Andando dietro alle domande del pubblico, più eterogenee possibile, senza un inquadramento per argomenti, per categorie di merito. Simbolo emblematico, la danza del microfono.
Abbiamo (sempre plurale majestatis) sbagliato a non avere un piano B. Pensavamo che con gli interventi dei protagonisti per eccellenza, dei massimi catalizzatori della attenzione del pubblico, si sarebbe data consistenza alla serata. Purtroppo non è andata così, e la serata si è andata stancamente stemperando in una serie di segnalazioni su argomenti e problemi più disparati.
Abbiamo (ancora plurale majestatis) fatto quella che in Francia chiamano figura da “Chocolatiers”. Ce ne scusiamo con tutti gli amici presenti, dei due quartieri riuniti (a proposito, unica nota positiva: mai visto tanta gente ad una assemblea, nel nostro salone).
Non ci è riuscito di fare quello che volevamo: dare consigli, suggerimenti, “istruzioni per l’uso”. Che poi questo sia stato causato da un difetto di comunicazione, o da malintesi, o da scarsa esperienza, poco importa. Non doveva succedere. E non ne hanno alcuna colpa gli ospiti presenti che sono intervenuti generosamente per mettere a disposizione di tutti la loro esperienza. La colpa è nostra (di nuovo, plurale majestatis), nel bene e nel male.
Speriamo che nel futuro si possa realizzare quello che ieri sera non ci è riuscito.
Sbagliando si impara.
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