sabato 31 maggio 2014

FATTI PIU' IN LA'

Come era facilmente prevedibile, il posizionamento della "casetta dell'acqua" non ha riscontrato il favore della maggior parte degli abitanti. Non mi sono finora soffermato sulle considerazioni che hanno portato a quella decisione, ma vedo che ora si impone di trattare l'argomento, perchè non si crei l'idea che ci sia stata una masochistica ricerca della critica, un autolesionismo, un voler cercare "la rama ch'a scurtija".

In principio l'idea della casetta dell'acqua era venuta a una persona che mi disse: "Perchè non utilizziamo la cabina del peso pubblico, ormai in disuso, per piazzarci una di quei distributori di acqua potabile che stanno spopolando ad Alba?". L'idea mi pareva buona, ci scrissi su un post sul blog e sul profilo facebook, cercando così di cominciare a fare presente a tutti (Amministrazione compresa) l'idea, cercando anche di capire il favore con cui sarebbe stata accolta la proposta dalla popolazione. Contattai anche la ditta installatrice dell'impianto di corso Piave, per capirne di più sull'argomento, per sapere quali erano i contatti con l'Amministrazione, le procedure, gli uffici competenti.
Ne parlammo tra noi consiglieri, nelle riunioni periodiche; dalla discussione emerse che la posizione ipotizzata avrebbe intasato ancor più la già intasatissima piazzetta davanti alla scuola infermieri, dove in certi momenti della giornata non solo non si riesce a parcheggiare, ma anche chi è riuscito miracolosamente a parcheggiare, poi non riesce più a uscire dal parcheggio. Alla fine a tutti sembrò più ragionevole posizionare l'impianto in quello che sarebbe dovuto essere il parcheggio in progetto nel piano regolatore, a metà strada tra la chiesetta e la rotonda sulla SS231, sulla destra per chi va verso la rotonda (nella planimetria allegata, nella posizione "4"). Lì ci sarebbe stata una ampia possibilità di parcheggio, l'installazione era visibile perchè a ridosso della strada, comoda anche per gli eventuali utenti di Scaparoni, visto che la si pensava al servizio di entrambe le frazioni.

E quindi andammo, io e il presidente, assieme al presidente e al segretario di Scaparoni, ad un incontro con il Sindaco, per sollecitare la risoluzione di problemi comuni ai quartieri: la sistemazione della strada Piana Biglini-Scaparoni e la casetta dell'acqua. Era verso l'inizio del 2013. Il sindaco ci rassicurò su entrambe le opere; per la casetta dell'acqua poi non c'erano problemi, visto che la costruzione era a carico della ditta che avrebbe gestito l'impianto, praticamente senza oneri per il Comune. Logicamente, poichè la redditività dell'impianto era in favore del gestore (così come i costi erano a suo carico), era con quest'ultimo che si doveva concordare il posizionamento; proponemmo l'ubicazione che avevamo deciso tra noi consiglieri e si decise che avremmo poi definito i particolari insieme con i funzionari addetti.

Successivamente venne fuori una variante al piano regolatore che cancellava il parcheggio (posizione "4") dove noi volevamo piazzare l'installazione. Ad inizio agosto l'ufficio tecnico ci chiese un incontro sul posto per decidere dove mettere la casetta; loro ci proposero il posto esatto in cui è stata piazzata adesso (nella planimetria allegata, posizione "1") , noi proponemmo di metterla più verso la strada, senza dover entrare nei parcheggi dei nuovi condominii (nella posizione "3" in planimetria). Ci trovanno con il funzionario addetto, all'ufficio tecnico, e la discussione diventò una specie di tira e molla in cui alla fine concordammo una via di mezzo, la posizione "2" nella planimetria, che non accoglieva nessuna delle due tesi, non risolveva il problema dei parcheggi, ma era un compromesso che ci pareva accettabile. Nei successivi incontri con il Sindaco la tempistica che ci diedero per la realizzazione fu entro fine anno (2013), ma l'importante era che la cosa fosse definita, la data non mi sembrava importante.

In primavera il presidente mi disse che erano sorte delle difficoltà e che il gestore voleva piazzare la casetta dove a lui pareva più visibile, nella posizione "1" ; o lì, o niente. Piuttosto che niente, pensammo che era meglio avere la casetta. Non ci siamo più opposti a che la mettessero lì, purchè finisse questa telenovela che si stava trascinando oltre ogni limite. In fondo, pensammo, dalla posizione "2" alla posizione "1" non c'erano che una decina di metri; se alla gente non sarebbe piaciuta la posizione "1", non avrebbero certo fatto salti di gioia per la posizione "2" - era la zona che non piaceva, perchè saremmo ipocriti se non ammettessimo che i nuovi condomini si sono andati configurando come un corpo estraneo nel tessuto sociale della frazione. Il succo della questione era che nè il Comitato, nè il Comune avevano l'ultima parola sul posizionamento della struttura, ma spettava al gestore che assumeva costi e ricavi della struttura. Il Comune poteva solo valutare se la zona fosse inadatta perchè priva di parcheggio, ma in questo caso il parcheggio c'era, e tanto. Anch'io sono convinto che la piazza della chiesa, il terreno accanto al campo sportivo o la via dalla chiesa alle scuole siano posti più vocati ad una installazione, conoscendo anche la ritrosia dei miei compaesani nel voler accedere ai parcheggi dei nuovi condomini. Non voglio entrare nel merito della condivisibiltà di questo atteggiamento; io so solo che se l'integrazione non è spontanea ma è forzata diventa per chi la subisce ancora più insopportabile.

Nell'incontro di domenica 18 maggio sono state sollevate critiche sull'ubicazione dell'impianto, anche se non era ancora stato installato (il posizionamento è avvenuto lunedì 26 maggio). Di fronte alle critiche, il Sindaco mi ha chiesto se la posizione non fosse stata concordata con il gestore, ed io gli ho riassunto in quattro parole ciò che vi ho qui descritto dettagliatamente. Quindi si è detto possibilista per un eventuale spostamento, qualora ci si rendesse conto che la posizione incide negativamente sul funzionamento, sia perchè la gente del posto non la utilizza, sia per eventuali atti di danneggiamento che dovessero verificarsi. Ora io non so se questa fosse una manifestazione di volontà influenzata dalla scadenza preelettorale o se fosse effettivamente una possibilità che ha il Comune di imporsi sulle prerogative del gestore. Io posso dire che il malcontento sull'ubicazione dell'impianto era largamente prevedibile, ma di fronte a scelte obbigate abbiamo pensato che era meglio il poco che il niente. Il quartiere non ci perde nulla; ed è possibile che gli altri soggetti, sbattendo la testa sull'evidenza dei fatti, possano rinsavire.
Io, come diceva il Martufello, 'DDEPPIU' NIN ZO'.

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