In attesa dell’incontro sulla sicurezza, previsto per mercoledì 8 marzo, il materiale di discussione continua ad accumularsi.
Oltre a tutti gli episodi già segnalati nei post pubblicati su queste pagine, oltre alle segnalazioni oggetto di email inviate ad amministrazioni e forze dell’ordine, oltre alla lunga lista di episodi minuziosamente descritti nelle quattro pagine di relazione sulla situazione nel quartiere consegnati al tavolo sulla sicurezza in seno alla quarta commissione; oltre a tutto questo, si aggiungono sempre nuovi episodi.
The last but not the least, mi è stato segnalato domenica scorsa, e mi ha dato il segno di come l’ingegnosità dei protagonisti nel trovare sempre nuove fattispecie di vandalismi sia in costante aumento. Se tanta pervicacia impiegata nella distruzione delle cose altrui senza vantaggi propri, fosse messa a frutto nella creazione di reddito, il nostro quartiere potrebbe essere una nuova Silicon Valley.
Pare che ora il divertimento più trendy sia quello di sfilare dalle cassette delle lettere l’altrui corrispondenza, e sparpagliarla nella pubblica via, naturalmente dopo averla aperta. Non è una pratica umanitaria per alleviare le angosce dei destinatari, basata sull’antico adagio (autoctono) “ Gnùne neuve, bune neuve ” , no. E’ solo la misura di come si possa essere perfidi nel compiere azioni che non portano alcun vantaggio per sé, ma solo danno per il prossimo.
Come sempre, protetti sia dal sostanziale anonimato che la mancanza di una rete capillare di videosorveglianza comporta, sia dalla consapevolezza della sostanziale impunità, e quindi di un deterrente alla possibilità di fare tutto quello che passa per la zucca (vuota).
Rispetto delle leggi e delle regole, è questo che la popolazione, quella onesta, desidera più di ogni altra cosa. Mentre nello stato attuale, per senso esagerato del garantismo da una parte e per malinteso spirito buonista dall’altra, siamo alla mercè di chi se ne frega di ogni senso civico, del rispetto per il prossimo, delle leggi, delle regole e dell’universo mondo; per usare un francesismo, “Fa quel sasso che gli pare”.
Pare che oltre a sfilare la corrispondenza esuberante dalle cassette, ci si sia anche adoperati nello scassinamento degli sportellini (per fare un lavoro coscienziosamente completo, asportando anche il materiale che non fuoriusciva). Raccomandiamo quindi alla popolazione: per i plichi che fuoriescono, chiedere ai portalettere di inserirli completamente nella cassetta, eventualmente dotandosi di un’altra più capiente; per il problema della forzatura degli sportelli, rinforzi con longheroni in titanio e, per ulteriore sicurezza, meccanismo antifurto all’interno (tipo “gȓip”).
E magari un po’ di sorveglianza, di qualsivoglia genere. E magari un po’ più di corrispondenza tra il dettato “la legge punisce severamente…” e l’effettiva punizione, perlomeno non con l’impunità di fatto, che invoglia a nuove e più audaci imprese…
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